Il quadro degli infortuni - Elementi di riflessione

Si ritiene utile presentare all'utente un quadro sintetico - aggiornato sin dove possibile - della situazione regionale degli infortuni nei diversi settori, con particolare riferimento al settore agricolo. Non si è mancato, ove ritenuto utile, di indicare anche dati relativi ad aree diverse (più ampie o più ristrette) o ad altri settori produttivi, per meglio contestualizzare i dati del settore agricolo regionale.

I dati successivamente riportati sono stati elaborati traendo spunto dagli elementi presenti in pubblicazioni e banche-dati di INAIL, ISTAT e UnionCamere.

Di seguito sono riportate alcune note che mettono in evidenza gli aspetti salienti del panorama aziendale agricolo regionale e dei quadri infortunistici nazionale e regionale.

  • QUADRO GENERALE DELLE AZIENDE DEL SETTORE AGRICOLO PRESENTI IN EMILIA-ROMAGNA. In Regione, i dati ISTAT del 6° Censimento Agricoltura indicano presenti al 2010 oltre 73.000 aziende agricole (vedasi Tab. 1), di cui poco meno di 2/3 ubicate in pianura. La SAU risulta pari a circa 1,06 milioni di Ha, a fronte di una SAT pari a circa il 30% in più. La forma giuridica di oltre l'87% delle Aziende è "Individuale" (dimensione media = 10,4 Ha) e poco più dell'11% è come "Società individuale" (dimensione media = 39,4 Ha), mentre marginale (2%) risulta la presenza di Società di capitali, Cooperative o altra forma giuridica (dimensione media = 58,6 Ha). La Provincia di Ferrara, seguita da quella di Parma e Piacenza, ha il più alto valore medio provinciale di SAU/azienda. Le aziende con allevamenti di bovini, suini ed avicoli sono oltre 9.500. Le giornate annue lavorate sono state 19,2 milioni, di cui circa l'80% attribuibile a manodopera famigliare. La conduzione delle Aziende agricole è per il 90% affidata a persone con oltre 40 anni; in particolare, il 43% dei titolari ha oltre 65 anni.
  • ANDAMENTO DEGLI INFORTUNI PER TUTTI I SETTORI PRODUTTIVI E A LIVELLO NAZIONALE. Analizzando i dati del biennio 2010-2011, in Italia si riscontra una significativa riduzione del numero degli infortuni denunciati (-6,6 % nel 2011 rispetto al 2010) e, anche se di minore entità, dei casi mortali (-5,4%). Poco più dell'11% degli infortuni nel loro complesso è riconducibile ad infortuni "in itinere"; questi ultimi purtroppo vantano una pericolosità assai elevata, con il 24% dei casi mortali sul totale (Tab. 2). Rispetto ai macrosettori della gestione INAIL, nel biennio citato il numero totale di infortuni in agricoltura si è ridotto circa della stessa percentuale del totale (-6,5% contro -6,6%), ma mentre in complesso si è avuta una riduzione dei casi mortali del 5,4%, nel settore agricolo vi è stata una preoccupante controtendenza, con un incremento del 2,7% (vedasi Tabb. 3 e 4). Il fatto che i settori della metallurgia e della meccanica abbiano riscontrato incrementi di casi mortali ancora maggiori (rispettivamente +27,2% e + 19%) non deve rendere meno amara tale considerazione (Tab. 4). Gli infortuni coinvolgono ancora in maggiore misura i maschi (circa i 2/3 degli infortuni totali), ma mentre per questi nel periodo 2010-2011 è evidente il calo di infortuni totali e mortali (rispettivamente -7,0% e -7,3%), per le femmine si ha un calo meno significativo del totale infortuni (-5,6%) e soprattutto un incremento significativo di quelli mortali (+15,4%), che comunque rappresentano sempre meno del 1/9 di quello dei colleghi maschi (Tab. 5). Nel biennio citato, inoltre, si nota che la riduzione del numero totale di infortuni interessa tutte e 4 le classi di età di lavoratori riportate in Tab. 6; le riduzioni vanno dal -1,8% per la classe di età 50-64 anni, al -9,9% per la classe più giovane (fino a 34 anni di età), una condizione che fa ben sperare per le generazioni future. Purtroppo la classe di età 50-64 anni mostra un altro aspetto critico, consistente - unico caso, a dire il vero - nell'incremento dei casi di infortunio mortale (+6,7% rispetto al 2010). In merito alla ripartizione geografica degli infortuni (Tab. 7), il segno "-" (rappresentativo di un calo del numero di infortuni nel periodo 2010-2011) è presente in forma generalizzata; fa eccezione il dato degli infortuni mortali della zona "nord-est", i cui lavoratori vedono incrementare leggermente (+0,4%) il numero dei casi mortali di infortunio. Per quanto attiene ai lavoratori stranieri in Italia (Tab. 8), il numero di infortuni avvenuti nel 2011 è nel complesso rilevante (oltre 115.000); tra i diversi settori di attività economica spiccano, per l'incidenza degli infortuni mortali, i dati del settore costruzioni (dove avvengono l'11,5% del totale degli infortuni e ben il 20,3% di quelli mortali), del settore trasporti e comunicazioni ("solo" il 5,5% sul totale ma ben il 10,9% su quelli mortali) e quello agricolo (5,0% del totale, ma 10,1% sul numero generale di quelli mortali).
  • INDICI INFORTUNISTICI. Per il triennio 2007-2009 (periodo di riferimento con dati consolidati) le Tabb. 9 e 10 riportano gli indici di frequenza infortunistica (infortuni x 1000 addetti, esclusi i casi in itinere) avvenuti in Italia in tutti i settori lavorativi, ordinati secondo valori decrescenti. Come si noterà nella Tab. 9, a fronte di un indice di frequenza totale mediamente pari a 25,13 per il complesso "Industria e Servizi", il settore "Agricoltura" vanta un valore medio di 49,64, ovvero quasi il doppio. Tale triste primato permane in modo assoluto anche confrontando gli indici parziali di "inabilità temporanea" e di "inabilità permanente" e pure disaggregando "Industria e Servizi" in singoli macrosettori di attività economica: ai valori di 44,3 e 5,18 dei due indici citati in agricoltura, si avvicinano solo i settori della lavorazione dei metalli e dei minerali non metalliferi, quelli della lavorazione del legno, delle costruzioni, dei trasporti e dell'estrazione di minerali. L'indice di frequenza per morte, invece, pure risultando comunque altissimo in Agricoltura (0,13, contro una media di 0,06 del complesso Industria e Servizi), viene superato da alcuni singoli settori: quelli della pesca (0,34), dell'estrazione di minerali (0,21), dei trasporti (0,19) e delle costruzioni (0,14) ed è eguagliato dal settore della lavorazione dei minerali non metalliferi. Il "Numero indice", calcolato ponendo = 100 il valore medio di "Industria e Servizi" non fa altro che far risaltare in modo più evidente i concetti già espressi in termini di penalizzazione del settore agricolo, che spicca negativamente per il proprio valore, pari ad oltre 197. La Tab. 10, riferita alla sola frequenza d'infortunio che conduce a inabilità permanente, riporta una seconda graduatoria, espressa in relazione ad una ancor più dettagliata disaggregazione dei settori produttivi. Anch'essa, comunque, confermare la presenza di un ramo dell'attività agricola (quello delle "lavorazioni meccanico-agricole") che, con un indice = 10,84 si colloca ai primi posti assoluti della negativa classifica, subito dopo il facchinaggio (15,99) e l'esecuzione di fondazioni speciali (12,39).
  • ANDAMENTO TEMPORALE DEGLI INDICI INFORTUNISTICI. Nel decennio 2002-2011, in Italia si è assistito ad una progressiva riduzione degli infortuni totali, evidenziata in modo realistico ed oggettivo dal calo del valore degli "indici di incidenza" degli infortuni totali e mortali denunciati. In 10 anni (Tab. 11) l'indice di incidenza degli infortuni totali (ovvero per tutti i settori) è calato mediamente (dato complessivo) da 45,3 a 31,6, con una riduzione del 30%; nello specifico, per l'"Agricoltura" - pur manifestandosi similmente un calo - l'entità della riduzione è stata più contenuta (26%), mentre l'"Industria" ha riportato la massima riduzione (da 69,8 a 40,1, pari a -43%). Esaminando nello specifico gli infortuni in agricoltura che hanno portato a decessi (Tab. 12 e 13), dopo un terribile 2004 (in cui si verificò un'impennata nel valore di entrambi gli indici), la costante ed auspicata riduzione ha invertito la tendenza in 3 degli ultimi 4 anni: nel 2008, nel 2009 e nel 2011, lasciando al solo 2010 l'impegnativo compito di mantenere favorevole il trend di calo. Purtroppo, come si può notare da entrambe le tabelle citate, dal 2006 il settore agricolo mostra più una fluttuazione (anche se decrescente) dei valori del trend, piuttosto che una vera e propria decisa tendenza alla riduzione delle morti per infortunio sul lavoro.
  • INFORTUNI INDENNIZZATI. Nel quinquennio 2007-2011, in Italia sono stati indennizzati sempre meno infortuni. Buon segno, se riferito al calo numerico degli infortuni, tuttavia la valutazione del dato risente del fatto che INAIL non sempre "riconosce" l'infortunio avvenuto e che forse non tutti gli infortuni vengano puntualmente denunciati. Comunque la Tab. 14 riporta i dati di interesse per le inabilità temporanee, per quelle permanenti e per i casi di morte, che in 5 anni sono calate rispettivamente del 23%, 36% e 32%. In media, quindi, INAIL ha corrisposto rimborsi a circa il 24% in meno dei casi di infortunio.
  • MALATTIE PROFESSIONALI. Sempre con riferimento al quinquennio 2007-2011, a fronte di un calo generale del numero di infortuni nel settore agricolo, si è assistito ad un aumento considerevole delle denunce di "malattie professionali", passate da 1.650 nel 2007 a 7.971 nel 2011 (Tab. 15), con una quasi quadruplicazione delle segnalazioni. Da notare il perentorio incremento dei casi nel triennio 2009-2011 in cui, pur risultando in calo il trend delle percentuali d'aumento, tuttavia il fenomeno comincia a rivestire notevoli dimensioni ed importanza, e non deve essere trascurato o sottovalutato. Per quanto riguarda nello specifico il tipo di malattie, quelle osteo-articolari e muscolo-tendinee fanno la parte del leone, potendosi ad esse ricondurre circa l'83% del totale delle denunce, ed in particolare risaltano le affezioni dei dischi intervertebrali e le tendiniti, (rispettivamente 32% e 22%), che da sole costituiscono oltre la metà dei casi sottoposti ad INAIL. Importante anche la segnalazione di ipoacusie da rumore, che costituiscono l'8% del totale. Di minore entità le richieste per malattie respiratorie, tumori, malattie cutanee e disturbi psichici. In merito alla codifica INAIL delle malattie professionali, la Tab. 16 mette in risalto che, nel quinquennio 2006-2010, in agricoltura sono state presentate richieste soprattutto in merito a "malattie non tabellate", la cui consistenza in tutti i singoli anni è stata superiore o pari al 90% del totale, segno forse di quanto sia opportuna/necessaria una revisione della codifica attuale. Nell'insieme ristretto delle malattie tabellate denunciate, l'incidenza massima è per le ipoacusie e sordità, (passate improvvisamente dal 31% al 58% del totale delle malattie tabellate), per l'asma bronchiale (numero di casi in progressiva e costante crescita), per le malattie osteoarticolari (passate dall'11% al 22% del totale) e delle alveoliti allergiche (che si mantengono in numero pressochè costante). Nella Tab. 17 è poi sintentizzato lo stato di definizione delle denunce di malattia professionale; come si noterà, le malattie annualmente riconosciute rappresentano valori oscillanti tra il 42% ed il 52% del totale richiesto, mantenendosi comunque sempre oltre il 40%; le malattie indennizzate oscillano tra il 33% ed il 44%.
  • CHI VIENE COLPITO E LE CAUSE DEGLI INFORTUNI. Nel settore agricolo della regione Emilia-Romagna, la Tab. 18 mostra che i soggetti prevalentemente colpiti da infortunio nel quinquennio 2006-2010 sono i lavoratori autonomi, con percentuali variabili tra il 57% ed il 63%, valore quest'ultimo che si è stabilizzato negli ultimi 3 anni di tale quinquennio. Nella Tab. 19 si esamina, per l'anno 2010 ed in ordine decrescente di incidenza, il dettaglio delle lavorazioni che hanno comportato gli infortuni denunciati. Le prime tre voci, ossia lavorazioni ausiliarie, allevamento animali e preparazione terreno, complessivamente racchiudono oltre il 60% dei casi noti (ossia ben identificati). Anche le attività connesse alla propagazione piante ed alle coltivazioni speciali risultano frequente oggetto di infortunio, incidendo rispettivamente per il 12% e per il 9%. L'analisi si completa con la Tab. 20, che mette in luce gli agenti materiali che più incidono sulla generazione dell'infortunio, sempre nell'ambito agricolo regionale. Presa come riferimento la totalità degli "infortuni determinati", l'ambiente di lavoro (quasi 38%) è la voce dominante; seguono persone, animali, ... (oltre 15%) e materiali, sostanze, ... (12%). Da notare che la voce macchine incide per circa l'11% dei casi noti, anche se il rischio meccanico connesso con le lavorazioni agricole traspare anche nelle voci mezzi sollevamento e trasporto e attrezzi, utensili,.., entrambi con oltre l'8% dei casi. All'interno dell'agente macchine, gli infortuni appaiono attribuibili in quasi ugual misura all'uso di macchine motrici, utensili ed operatrici.
  • ASPETTI TERRITORIALI. Con riferimento alla suddivisione provinciale della Regione Emilia-Romagna, per tutto il quinquennio 2006-2010 le Provincie della Romagna (Ravenna e Forlì-Cesena) si sono contese il triste primato del più elevato numero di infortuni, seguite da quelle del centro-regione (Modena, Reggio Emilia e Bologna). Per quanto riguarda i trend, si noti che solo la Provincia di Parma evidenzia un positivo trend, sempre decrescente, di infortuni nel quinquennio. Critico per ben 4 province l'anno 2010, con ritorni alla crescita degli infortuni, al punto da quasi annullare il favorevole andamento di calo del numero di infortuni a livello regionale. Da evidenziare in negativo l'anno 2009 per la provincia di Reggio Emilia (+23% del numero di infortuni) ed il 2010 per quella di Bologna (+25%), mentre una drastica riduzione del numero di infortuni denunciati si è avuta nella Provincia di Forlì-Cesena nel corso dell'anno 2008 (-29%).

INDICE DELLE TABELLE ALLEGATE

Tabella 1 Numero di aziende, persone e relative giornate di lavoro standard per categoria di manodopera aziendale. Regione Emilia-Romagna e settore agricolo. Anno 2010
Tabella 2 Infortuni denunciati negli anni 2010-2011 per modalità di evento. Italia, tutti i settori
Tabella 3 Infortuni denunciati negli anni 2010-2011 per gestione. Italia, tutti i settori
Tabella 4 Infortuni avvenuti negli anni 2010-2011 per i rami e i principali settori di attività economica. Italia, tutti i settori
Tabella 5 Infortuni denunciati negli anni 2010-2011 per sesso. Italia, tutti i settori
Tabella 6 Infortuni avvenuti negli anni 2010-2011 per classe di età. Italia, tutti i settori
Tabella 7 Infortuni avvenuti negli anni 2010-2011 per ripartizione geografica. Italia, tutti i settori
Tabella 8 Infortuni occorsi a lavoratori stranieri. Anno 2011. Italia, tutti i settori
Tabella 9 Indici di frequenza d'infortunio per tipo di conseguenza Media triennio consolidato 2007-2009. Italia, tutti i settori
Tabella 10 Indici di frequenza d'infortunio con conseguente "inabilità permanente". Media triennio consolidato 2007-2009. Italia, gruppi di tariffa INAIL
Tabella 11 Indici di incidenza degli infortuni totali. Periodo 2002-2011. Italia, tutti i settori
Tabella 12 Infortuni mortali denunciati. Periodo 2002-2011. Italia, settore agricolo
Tabella 13 Indici di incidenza degli infortuni mortali denunciati. Periodo 2002-2011. Italia, settore agricolo
Tabella 14 Infortuni indennizzati. Periodo 2007-2011. Italia, tutti i settori
Tabella 15 Principali malattie professionali denunciate per tipologia. Periodo 2007-2011. Italia, settore agricolo
Tabella 16 Principali malattie professionali denunciate per codifica. Periodo 2006-2010. Italia, settore agricolo
Tabella 17 Principali malattie professionali denunciate per stato di definizione. Periodo 2007-2011. Italia, settore agricolo
Tabella 18 Infortuni per posizione professionale. Periodo 2006-2010. Emilia-Romagna, settore agricolo
Tabella 19 Infortuni per tipologia di lavorazione. Anno 2010. Emilia-Romagna, settore agricolo
Tabella 20 Infortuni per gruppo di agente materiale e posizione professionale. Anno 2010. Emilia-Romagna, settore agricolo
Tabella 21 Infortuni per Provincia. Periodo 2006-2010. Emilia-Romagna, settore agricolo