DESCRIZIONE GENERALE

Impianto caseificio
impianto caseificio

La pratica della trasformazione casearia, da latte a formaggio fresco o stagionato o ad altri prodotti (burro, yogurt, ecc.) è ancora ora spesso eseguita direttamente in azienda agricola/zootecnica.

La presente scheda analitica è rivolta proprio agli operatori di caseifici artigianali, generalmente annessi alle aziende zootecniche, e non comprende - se non parzialmente - quanto presente nell'organizzazione del livello tipicamente industriale del settore della trasformazione casearia.

Allo stesso modo, nella descrizione più "tecnica" dei requisiti necessari non sono stati ricompresi gli elementi di "deroga" - spesso sostanziali - previsti per le attività di caseificazione svolte in alpeggio.

Anche in questo caso (come per le cantine enologiche) le indicazioni fornite sui criteri di tutela dai rischi e pericoli risultano inscindibili da quelle relative alla buona pratica di tutela igienico-sanitaria.

La necessità di prevenzione, eliminazione o riduzione di altri potenziali pericoli è comunque tuttavia ancora ben presente in un tipo di produzione che si caratterizza per una dotazione tecnologica abbastanza standardizzata (pastorizzatori, impianti frigoriferi, caldaie, utensili di lavoro, strumenti di misura), per la stagionalità e per le analogie delle caratteristiche strutturali ed igienico-funzionali degli stabilimenti di produzione.

Schema tipico di processo

Per via schematica, un generico processo di trasformazione casearia consta della successione di alcune fasi tipiche, alcune delle quali in alternativa tra loro:

  • conferimento del latte "crudo" (dalla stalla o dal fornitore)
  • lavaggio recipienti
  • filtrazione (prima pulitura)
  • preparazione alla lavorazione: scrematura per affioramento o centrifugazione, aggiunta di crema di latte/latte intero, pre-acidificazione controllata, eventuale pre-pastorizzazione
  • lavorazione del latte crudo o sanitizzazione (pastorizzazione/termizzazione)
  • aggiunta eventuale di additivi alimentari o di coagulante (con o senza coagulazione)
  • lavorazione in caldaia
  • estrazione e formatura acidificazione del formaggio e spurgo (stufatura e pressatura)
  • filatura o trituratura
  • salatura
  • stagionatura e/o essiccazione
  • confezionamento
  • stoccaggio
  • imballaggio e spedizione

La produzione di "formaggi stagionati" da latte crudo assume poi particolari connotazioni in relazione alla presenza ed all'utilizzo del caglio, e prevede ulteriori fasi di lavorazione, diverse da quelle citate.

Attività collegate

Se si producono formaggi a latte crudo, tra le attività strettamente collegate al settore c'è quella a monte della gestione dell'azienda zootecnica (alimentazione animale, mungitura, ecc.). Deve quindi essere garantita una corretta gestione dell'allevamento fornitore del latte, e quindi, in estrema sintesi: assicurare una sistemazione idonea agli animali, mantenere puliti i ricoveri (con frequente asportazione del letame e ricambio della lettiera), effettuare disinfezioni periodiche. E' opportuno pulire la mammella prima della mungitura con salviette a perdere, valutare l'aspetto dei primi flutti di latte in un recipiente a parte e, se ci sono anormalità, escluderlo dalla consegna. Gli operatori addetti alla mungitura devono lavorare con mani e braccia il più pulite possibile.

L'igiene dell'allevamento e di tutte le fasi della mungitura sono indispensabili per contenere le infezioni della mammella e limitarne la diffusione agli animali ancora sani. Gli animali malati devono essere isolati e munti per ultimi (per approfondimenti vedi: Allevamenti: e) Sala mungitura; Fabbricati: "Stalle").

Talvolta alla trasformazione casearia è associata anche la fase della vendita diretta (vedere successivamente; più in generale: "Vendita diretta"), che può essere svolta entro limiti e con criteri di sicurezza adeguati.

A valle, invece, può essere problematica l'eventuale fase di trasporto dei prodotti alla vendita, i cui rischi sono comunque normalmente noti.

Collocazione del latte trasformato per la formatura Sistemazione del prodotto in scaffale
collocazione del latte trasformato per la formatura sistemazione del prodotto in scaffale

 

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RISCHI

Contaminazione

Il principale rischio degli addetti del settore è quello collegato alla contaminazione biologica; tuttavia, da diversi anni è entrata in vigore la disciplina HACCP, le cui procedure (seppure non applicabili integralmente a tutte le fasi del processo, pena la scomparsa di certi tipi di prodotti a base di latte fresco non pastorizzato) hanno comportato una revisione dell'organizzazione della produzione che ha inciso positivamente anche sulla formazione e sulla sicurezza dei lavoratori. Nella stessa direzione vanno anche i vincoli previsti nei particolari disciplinari di produzione (D.O.P., I.G.P.). E' possibile la presenza di agenti patogeni di estrema rilevanza per la potenziale pericolosità per la salute umana, anche per la capacità di produrre una tossina resistente al calore. Particolare attenzione va quindi posta a livello di vendita diretta di latte crudo e di produzione di formaggi freschi a latte crudo, dove il germe (se presente) non viene distrutto dal calore e può continuare a moltiplicarsi, producendo quantità pericolose della tossina. La stessa manipolazione dei prodotti può far crescere il rischio di contaminazione microbica, chimica, fisica e particellare (contaminazione da microrganismi, sostanze chimiche estranee, corpi estranei). Evitare quindi le condizioni che favoriscono lo sviluppo di questi microrganismi, spesso collegata a scarsa acidità del latte, temperature superiori ai 10° C, scarsa competizione microbica.

Intossicazione

Per quanto attiene i prodotti pericolosi, i prodotti chimici su cui porre l'attenzione sono i prodotti di pulizia e di disinfezione, tipicamente a base di clorofori e iodoformi, ammonio quaternari; glutaraldeide; polifenoli, soda o altri detergenti alcalini, che possono essere utilizzati per la pulizia delle superfici, delle macchine, delle tubazioni e delle attrezzature. In taluni processi produttivi può poi essere utilizzato acido citrico. Occorre quindi identificare i prodotti utilizzati e le aree, definire le frequenze e le modalità di effettuazione delle operazioni. Mantenere quindi a portata di mano le schede tossicologiche e seguire le indicazioni d'uso ivi riportate. Ricordare comunque che nessuno dei disinfettanti più comuni (alcol denaturato, amuchina, ammoniaca, candeggina) va usato direttamente per pulire le superfici che andranno a contatto con gli alimenti: occorre prima lavare (detergere) correttamente e risciacquare. Attenzione agli abusi d'uso di ammoniaca (rischio tossicologico) e di candeggina (a contatto con plastica e legno può formare solventi clorurati tossici).

Movimentazione carichi

Altro rischio possibile è quello collegato alla movimentazione dei carichi, in fase di lavorazione e di carico/scarico di materia prima e prodotti finiti. In tal senso vanno compiuti un'adeguata valutazione (vedi "Movimentazione carichi") e individuati i provvedimenti adeguati.

Spostamento prodotti
spostamento prodotti

 

Sbalzi di temperatura

Le caratteristiche necessarie per il corretto svolgimento dei processi di trasformazione possono creare condizioni termoigrometriche non favorevoli, che potrebbero creare fastidio agli operatori. Si tratta anche in questo caso di dotarsi di adeguato vestiario, e di regolare i tempi di permanenza in locali con condizioni differenti.

Cella frigorifera       lavorazione del latte in contenitori sicuri
cella frigorifera       lavorazione del latte in contenitori sicuri

 

Tagli, urti e schiacciamento

Esistono fattori di rischio specifici connessi con la pulizia giornaliera di attrezzi e apparecchiature, quali le centrifughe, da eseguire secondo le disposizioni indicate nei relativi libretti d'uso e manutenzione.

Scottature, emissioni di liquidi o gas ad alte temperature ed in pressione

Sono normalmente presenti impianti con caratteristiche particolari, quali:

  • caldaie, generatori e linee di vapore, sulle quali è necessario operare verifiche (anche ISPESL, se in pressione) e manutenzioni periodiche adeguate
  • impianti di refrigerazione e conservazione, sui quali operare verifiche di tenuta dei prodotti refrigeranti e manutenzioni periodiche adeguate

 

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INDICAZIONI TECNICHE

Indicazioni di carattere generale

Sono di seguito riportate le principali caratteristiche di carattere generale richieste:

  • i locali di lavorazione e deposito e stagionatura devono essere protetti dall'ingresso di infestanti: i muri e gli infissi non devono presentare fessure o fori, le finestre e le altre aperture devono essere protette da reticelle
  • la disposizione delle attrezzature, dei materiali e dei prodotti in deposito deve essere tale da consentirne l'ispezione e la pulizia. In particolare si deve fare attenzione ai roditori, laddove sono depositati materiali di confezionamento e imballaggio
  • i rifiuti devono essere allontanati prontamente dai locali di lavorazione e smaltiti di frequente
  • le aree adiacenti i locali di lavorazione e deposito devono essere mantenute sgombre da materiali inutili
  • i locali di lavoro non devono risultare freddi, umidi e scivolosi
  • le caldaie di riscaldamento devono essere a norma
  • l'impianto elettrico deve essere certificato (qualora classificato locale ad elevata umidità)
  • il locale di refrigerazione e stagionatura deve essere dotato di uscita con "maniglione antipanico"; analogamente, il maniglione antipanico deve essere collocato in tutte le uscite classificate come "percorsi di evacuazione"
  • devono essere effettuate quotidianamente la pulizia accurata e la disinfezione dei locali
  • le ditte esterne che offrono il servizio periodico di disinfestazione devono fornire idonea documentazione ad ogni intervento
  • quali Diploma di perito agrario, Laurea in Medicina Veterinaria, Scienze Nutrizionali, Agraria, Scienze delle produzioni animali o titolo equipollente) è esonerato dalla frequenza ai corsi, ma è comunque necessario che richieda il rilascio dell'attestato presentandosi presso gli sportelli del Dipartimento di Sanità Pubblica locali di competenza, con fotocopia del titolo di studio
  • la fase di formazione del personale, importante, trova alcuni elementi di difficoltà sia nel ridotto numero di operatori impegnati per azienda (insufficiente per giustificare l'attivazione di qualificanti corsi di formazione aziendali) sia nell'elevato numero di lavoratori stranieri ormai presenti (difficoltà di comprensione della lingua, diverso approccio al lavoro e carenza di materiale formativo in lingua d'origine). Sono pertanto da prevedersi partecipazioni ad iniziative di corsi interaziendali e redazione di opuscoli finalizzati da parte degli Enti/i soggetti preposti
Scale e passaggi interni       Ventola per il ricambio di aria
scale e passaggi interni       ventola per il ricambio di aria

 

Indicazioni tecniche di carattere specifico

Conferimento latte

Trasporto con cisterna       Tradizionali bidoni per il latte
trasporto con cisterna       tradizionali bidoni per il latte

Il conferimento dall'esterno avviene in genere con cisterne refrigerate di grande volumetria, che necessitano di adeguati spazi di manovra e che per lo scarico utilizzano pompe di aspirazione.

I bidoni sono invece più utilizzati per il conferimento e lo svuotamento di piccole quantità (con furgoni/camion) o di trasporto interno (dalla stalla con sistema trattrice-carro). In quest'ultimo caso si evidenzia il problema della corretta movimentazione dei carichi (peso fino a 35 kg), per cui occorre utilizzare un sistema "vuota-bidoni" (posto alla stessa altezza del pianale del camion/del carro) oppure adeguate pompe (es.: quella per lo svuotamento di cisterne).

In caso di movimentazione manuale, l'operazione va svolta da due addetti (contemporaneamente o in rotazione), mantenendo comunque limitato il numero di svuotamenti e conferendo il contenuto dei bidoni in vasche non più alte di 120-130 cm.

 

Filtrazione, deposito del latte e lavaggio di recipienti ed attrezzature

Contenitori del latte in acciaio inox       Pavimento con grata per lo scolo dell'acqua
contenitori del latte in acciaio inox       pavimento con grata per lo scolo dell'acqua

L'iniziale operazione di filtrazione sul latte viene effettuata con filtri mobili a setaccio (per chi utilizza bidoni per il trasporto latte alla caldaia di lavorazione), con filtri in linea (nella tubazione) posti antecedentemente alla caldaia di lavorazione/al pastorizzatore, e con pulitrice centrifuga (utile per elevati volumi di latte).

La sostituzione del filtro deve essere effettuata con la frequenza necessaria per evitare accumuli di sporcizia.

I filtri in griglia d'acciaio a trama fine devono essere igienizzati prima di ogni nuovo passaggio del latte.

Per quanto attiene i locali/le aree di deposito latte e lavaggio, occorrono:

  • pavimento lavabile (piastrelle, resine, cemento lisciato, ecc.) con pendenza verso chiusino dotato di sifone
  • pareti lavabili (piastrelle o altro materiale lavabile) sino a 2 metri di altezza
  • porte costituite o rivestite in materiale lavabile
  • sistema di lavaggio automatico dei bidoni oppure dotazione di lavandino (meglio se in acciaio) di ampie dimensioni, fornito di acqua corrente calda e fredda, per il lavaggio di recipienti e utensili impiegati nella lavorazione del latte. Il comando del rubinetto non deve poter essere azionato involontariamente/accidentalmente
  • finestre apribili, orientativamente, di dimensioni totali pari ad almeno 1/8 della superficie del pavimento (munite di reti antimosche) per garantire aerazione ed illuminazione sufficienti

Ambienti di lavoro con pareti e pavimento lavabili
ambienti di lavoro con pareti e pavimento lavabili

 

Scrematura per centrifuga

Il procedimento consiste nel far passare il latte in una centrifuga; è buona norma smontare e pulire la macchina tutte le volte che viene utilizzata.

Quadro comandi       Fase di movimentazione
quadro comandi       fase di movimentazione

 

Produzione e cottura

Le fasi di produzione cottura sono particolarmente impegnative nel caso di produzione di formaggi in forme di grandi dimensioni:

  • gli agitatori per caldaia possono essere fissati su supporti fissi/girevoli oppure trasportati. In quest'ultimo caso, collocare i motori mobili su appositi carrelli di altezza pari a quella del bordo della caldaia, per ridurre il problema della movimentazione dei carichi
  • il siero-innesto viene dosato con sistemi automatici oppure manualmente (con secchi); nel primo caso occorre effettuare una adeguata pulizia dei tubi di plastica dei raccordi in acciaio; nel secondo occorre mantenere entro il secchio un peso non superiore a 15 kg di siero-innesto (eventualmente ripartire il peso in eccesso in più dosaggi)
  • durante la spinatura della cagliata, utilizzare ove possibile, dopo la rottura della cagliata, lo spino motorizzato, tramite il quale si riduce il sovraccarico degli arti superiori (spalla in particolare) e della schiena; effettuare adeguata formazione del personale
  • il sollevamento manuale dal fondo della caldaia della massa caseosa và effettuato utilizzando il bordo della caldaia come fulcro della pala; si richiede la formazione del personale
  • il taglio della massa caseosa in caldaia può essere effettuato manualmente con una stanga (meglio se mossa da 2 operatori) o in modo semi-automatico utilizzando una gemellatrice, che elimina/riduce il rischio derivante dalla movimentazione manuale
  • la separazione delle gemelle, effettuata con la massa caseosa immersa nel siero, dovrebbe essere condotta lasciando più siero possibile dentro la caldaia, eventualmente anche alzando la stanga di sostegno delle gemelle con spessori di legno, così da ridurre al minimo la flessione della schiena
  • la fase di estrazione delle gemelle dalla caldaia può essere gestita al meglio utilizzando sistemi ausiliari nella fase di sollevamento; quest'ultima azione potrà essere eseguita, anziché manualmente, tramite sistemi elevatori, quali carrelli levatori elettrici, gru a bandiera, paranchi scorrevoli. E' necessario, in tal caso, effettuare manutenzione e pulizia periodica delle varie componenti del sistema di sollevamento utilizzato
  • ove possibile adottare sistemi di appoggio delle tele (spersoli) ad altezza variabile (es.: a compasso), che consentano di rendere ottimale l'altezza delle forme anche in fase di cambio delle tele
  • il traino e la spinta degli spersoli su ruote può essere ottimizzato utilizzando appositi carrelli elettrici, ove possibile; in caso di impossibilità, utilizzare ruote di diametro non inferiori a 12 / 13 cm, riducendo al minimo la presenza di rampe e verificando che i percorsi siano privi di buche e non sconnessi
  • nel locale salatoio, qualora sia possibile, per la movimentazione delle forme utilizzare carro ponte, gru a bandiera, paranchi; nei salatoi tradizionali, utilizzare il bordo della vasca come appoggio per la forma, avvicinandolo al corpo, e tenere più alto possibile il livello di salamoia nelle vasche
  • nel magazzino di stagionatura adottare sistemi di trasferimento delle forme (carrelli elevatori, transpallet elevabile) che prevedano altezze similari dei piani di partenza e di arrivo della forma, e utilizzare bancali, pallets o cestoni per il trasferimento delle forme. L'operazione di alimentazione delle macchine pulitrici delle forme dovrà essere effettuata per breve tempo (max 2-3 ore/giorno) oppure ruotando il personale. Utilizzare scivoli o altri sistemi per movimentare le forme alla fase di battitura (ove prevista).

 

Spedizione

Per il carico degli autocarri/dei furgoni, utilizzare carrelli elevatori, oppure sistema meccanici di presa e rilascio della forma, piattaforme elevabili generalmente presenti sul piano di carico degli autocarri.

Fase di pulitura manuale       Mezzi per lo scarico dell'uva
fase di pulitura manuale       condizione di magazzino da migliorare

 

Locale di lavorazione (caseificazione)

  • dimensioni sufficienti per ospitare caldaia, tavolo di lavorazione e lavandino
  • pavimenti lavabili (piastrelle, resine, quarzite, ecc.) con pendenza verso chiusino con sifone
  • lavabo dotato di acqua calda e fredda erogabili con comando a pedale o fotoelettrico, provvisto di sapone disinfettante adatto per le mani, carta asciugamani in rotolo o salvietta, cestino per la carta ad apertura comandata con pedale
  • porte in materiale lavabile
  • camino con buon tiraggio, se alimentato a legna
  • camino o estrattore di vapore (cappa o aspiratore), se si utilizza un fornello a gas (in regola con norme antincendio)
  • aerazione ed illuminazione sufficienti (finestre apribili di dimensioni totali orientativamente pari ad almeno 1/8 della superficie totale del pavimento, munite di reti antimosche)
  • consigliata un'apposita presa d'acqua per l'attacco delle attrezzature di lavaggio delle pareti, del pavimento e dei tavoli di lavoro
  • tavolo/i di lavorazione in materiali facili da lavare e idonei al contatto con gli alimenti (acciaio inox, marmo, materiali plastici per alimenti)
  • armadio per il deposito di sale, caglio, spezie ed aromi.
Indumenti per la lavorazione del latte       Stivali impermeabili ed antiscivolo
indumenti per la lavorazione del latte       stivali impermeabili ed antiscivolo

 

Locali per la stagionatura e il deposito dei prodotti finiti

Fatte salve le deroghe per le superfici di contatto e per i requisiti dei locali di maturazione e stagionatura, negli stabilimenti che fabbricano formaggi tradizionali si ritiene sufficiente la presenza di pavimenti lavabili (battuto di cemento), pareti lisce (intonacate) ed adeguata aerazione.

 

Locale o armadio per il deposito delle sostanze non destinate all'alimentazione

  • attrezzature e prodotti non pertinenti con la lavorazione del latte e derivati (attrezzature di pulizia, disinfettanti, detergenti, ecc.) devono essere custoditi in apposito locale o in armadio chiudibile
  • imballaggi, confezioni, cartoni, ecc., devono essere conservate al riparo dalla polvere, dagli insetti e dai roditori

 

Servizi igienici

Devono avere i seguenti requisiti:

  • non devono comunicare direttamente con i locali di lavorazione
  • devono avere una latrina a sciacquone
  • devono avere un lavabo con comando non manuale, fornito di sapone liquido ed asciugamani a perdere.

Eccezionalmente, nel caso in cui l'azienda non abbia dipendenti addetti alla lavorazione e fatto salvo il rispetto dei requisiti descritti nei punti precedenti, possono essere utilizzati i servizi igienici dell'abitazione.

 

Spogliatoio

È opportuno disporre di un vano (può anche essere l'antibagno oppure anche un corridoio) ove potersi cambiare d'abito prima e dopo la lavorazione nel caseificio.

Devono essere disponibili doppi armadietti individuali lavabili e disinfettabili, o armadi provvisti di doppio scomparto per il deposito separato degli indumenti personali e di quelli usati per il lavoro.

In analogia con i servizi igienici, nel caso in cui l'azienda non abbia dipendenti addetti alla lavorazione, come spogliatoio può essere utilizzata l'abitazione.

 

Vendita diretta al consumatore finale

Il prodotto a base di latte può essere venduto direttamente al pubblico sui mercati o in azienda Se si esercita abitualmente la vendita diretta al consumatore è opportuno disporre di un locale, anche di piccole dimensioni, con i seguenti requisiti minimi:

  • pavimento lavabile (piastrelle, cemento lisciato, resine, ecc.) e pareti lisce e lavabili
  • piano di vendita in materiale lavabile e idoneo al contatto con gli alimenti

Se finestrato e di altezza non inferiore a m 2,70, il locale di stagionatura o di deposito (purché in possesso dei requisiti sopra descritti) può essere utilizzato anche come locale di vendita.

Anche in questo caso, l'addetto alla vendita deve entrare in possesso dell'attestato richiesto (sostitutivo del libretto sanitario).

 

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INDICAZIONI COMPORTAMENTALI

Particolare importanza rivestono l'igiene, l'abbigliamento e la pulizia del personale

  • curare in particolare l'igiene, l'abbigliamento e la pulizia del personale
  • lavare le mani all'inizio delle lavorazioni, ad ogni ripresa del lavoro dopo interruzioni o dopo aver toccato interruttori, maniglie, telefoni e simili. Esistono corrette procedure di lavaggio delle mani, su cui è possibile documentarsi
  • proteggere con cerotti, bendaggi idonei e guanti di lattice o gomma i tagli e le ferite di qualsiasi genere alle mani
  • curare scrupolosamente, da parte dell'operatore, l'igiene personale indossando all'interno dei locali di lavorazione solo indumenti appositi puliti (camici o sopravvesti) e calzature apposite (per non introdurre contaminazione dall'esterno), munendosi di copricapi in grado di contenere la capigliatura. Vestiti, scarpe, cappelli, mani, ospitano quasi sempre dei germi raccolti all'esterno
  • utilizzare guanti in lattice (se sono presenti ferite nelle mani) ed eventuali mascherine per la bocca e il naso (es.: produzione di formaggi freschi con latte crudo) e non indossare bracciali o orologi, che spesso sono ricettacoli di contaminazione da parte degli addetti alla manipolazione di prodotti maggiormente a rischio (prodotti freschi)
  • tenere sempre le mani degli operatori perfettamente pulite: devono quindi essere disponibili nel laboratorio, nello spogliatoio e presso i servizi igienici e devono essere utilizzate regolarmente dagli operatori un numero sufficiente di postazioni di lavaggio, disposte razionalmente, dotate di acqua calda e fredda erogabili con comando a pedale o fotoelettrico, provviste di sapone disinfettante adatto per le mani, carta asciugamani in rotolo o salvietta, cestino per la carta ad apertura comandata con pedale
  • controllare periodicamente la qualità dell'acqua, soprattutto se prelevata da pozzo o se si utilizzano autoclavi, serbatoi (effettuarne la manutenzione).

 

Cosa evitare assolutamente

  • l'introduzione nei laboratori di graffette, pinzatrici metalliche, penne con cappuccio (se possibile utilizzare camici senza taschini), termometri in vetro o altri piccoli oggetti in vetro
  • l'accesso incontrollato al caseificio, limitandolo ai soli addetti alle preparazioni. Eventuali visitatori dovranno adeguarsi alle norme previste per il personale
  • l'utilizzo indiscriminato e poco attento di detergenti/disinfettanti.

 

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D.P.I.

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI

I D.P.I. riuniscono la funzione di protezione del personale da agenti di rischio esterni e quella di protezione del prodotto da possibili influenze negative derivanti dalla presenza del personale stesso. Devono essere in dotazione:

  • calzature antiscivolo con protezione della caviglia, per evitare di scivolare a causa dell'umidità dei locali
  • mascherine e guanti protettivi, in caso di ferite.

 

Obbligo calzature Obbligo dei guanti Obbligo protezioni del corpo
Calzatura di sicurezza obbligatoria Guanti di protezione obbligatoria Protezione obbligatoria del corpo

 

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RIFERIMENTI NORMATIVI

D.Lgs. del 09/04/2008 n. 81 Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Tit. III capo I)
D.Lgs 475/92 Attuazione della direttiva 89/686/CEE del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale.
HACCP (D.Lgs 155/97) Hazard Analysis and Critical Control Point.
DPR 162/99 Norme per l'attuazione delle direttive 95/16/CE e 2006/42/CE (Ascensori e Montacarichi).
DM 15/09/2005 Regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi
D.Lgs. 17/2010 Attuazione della direttiva 2006/42/CE, relativa alle macchine e che modifica la direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori"
D.Lgs. 93/2000 Attuazione della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione
DM 329/2004 Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93

 

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