impianto caseificio
La pratica della trasformazione casearia, da latte a formaggio fresco o stagionato o ad altri prodotti (burro, yogurt, ecc.) è ancora ora spesso eseguita direttamente in azienda agricola/zootecnica.
La presente scheda analitica è rivolta proprio agli operatori di caseifici artigianali, generalmente annessi alle aziende zootecniche, e non comprende - se non parzialmente - quanto presente nell'organizzazione del livello tipicamente industriale del settore della trasformazione casearia.
Allo stesso modo, nella descrizione più "tecnica" dei requisiti necessari non sono stati ricompresi gli elementi di "deroga" - spesso sostanziali - previsti per le attività di caseificazione svolte in alpeggio.
Anche in questo caso (come per le cantine enologiche) le indicazioni fornite sui criteri di tutela dai rischi e pericoli risultano inscindibili da quelle relative alla buona pratica di tutela igienico-sanitaria.
La necessità di prevenzione, eliminazione o riduzione di altri potenziali pericoli è comunque tuttavia ancora ben presente in un tipo di produzione che si caratterizza per una dotazione tecnologica abbastanza standardizzata (pastorizzatori, impianti frigoriferi, caldaie, utensili di lavoro, strumenti di misura), per la stagionalità e per le analogie delle caratteristiche strutturali ed igienico-funzionali degli stabilimenti di produzione.
Per via schematica, un generico processo di trasformazione casearia consta della successione di alcune fasi tipiche, alcune delle quali in alternativa tra loro:
La produzione di "formaggi stagionati" da latte crudo assume poi particolari connotazioni in relazione alla presenza ed all'utilizzo del caglio, e prevede ulteriori fasi di lavorazione, diverse da quelle citate.
Se si producono formaggi a latte crudo, tra le attività strettamente collegate al settore c'è quella a monte della gestione dell'azienda zootecnica (alimentazione animale, mungitura, ecc.). Deve quindi essere garantita una corretta gestione dell'allevamento fornitore del latte, e quindi, in estrema sintesi: assicurare una sistemazione idonea agli animali, mantenere puliti i ricoveri (con frequente asportazione del letame e ricambio della lettiera), effettuare disinfezioni periodiche. E' opportuno pulire la mammella prima della mungitura con salviette a perdere, valutare l'aspetto dei primi flutti di latte in un recipiente a parte e, se ci sono anormalità, escluderlo dalla consegna. Gli operatori addetti alla mungitura devono lavorare con mani e braccia il più pulite possibile.
L'igiene dell'allevamento e di tutte le fasi della mungitura sono indispensabili per contenere le infezioni della mammella e limitarne la diffusione agli animali ancora sani. Gli animali malati devono essere isolati e munti per ultimi (per approfondimenti vedi: Allevamenti: e) Sala mungitura; Fabbricati: "Stalle").
Talvolta alla trasformazione casearia è associata anche la fase della vendita diretta (vedere successivamente; più in generale: "Vendita diretta"), che può essere svolta entro limiti e con criteri di sicurezza adeguati.
A valle, invece, può essere problematica l'eventuale fase di trasporto dei prodotti alla vendita, i cui rischi sono comunque normalmente noti.
collocazione del latte trasformato per la formatura | sistemazione del prodotto in scaffale |
Il principale rischio degli addetti del settore è quello collegato alla contaminazione biologica; tuttavia, da diversi anni è entrata in vigore la disciplina HACCP, le cui procedure (seppure non applicabili integralmente a tutte le fasi del processo, pena la scomparsa di certi tipi di prodotti a base di latte fresco non pastorizzato) hanno comportato una revisione dell'organizzazione della produzione che ha inciso positivamente anche sulla formazione e sulla sicurezza dei lavoratori. Nella stessa direzione vanno anche i vincoli previsti nei particolari disciplinari di produzione (D.O.P., I.G.P.). E' possibile la presenza di agenti patogeni di estrema rilevanza per la potenziale pericolosità per la salute umana, anche per la capacità di produrre una tossina resistente al calore. Particolare attenzione va quindi posta a livello di vendita diretta di latte crudo e di produzione di formaggi freschi a latte crudo, dove il germe (se presente) non viene distrutto dal calore e può continuare a moltiplicarsi, producendo quantità pericolose della tossina. La stessa manipolazione dei prodotti può far crescere il rischio di contaminazione microbica, chimica, fisica e particellare (contaminazione da microrganismi, sostanze chimiche estranee, corpi estranei). Evitare quindi le condizioni che favoriscono lo sviluppo di questi microrganismi, spesso collegata a scarsa acidità del latte, temperature superiori ai 10° C, scarsa competizione microbica.
Per quanto attiene i prodotti pericolosi, i prodotti chimici su cui porre l'attenzione sono i prodotti di pulizia e di disinfezione, tipicamente a base di clorofori e iodoformi, ammonio quaternari; glutaraldeide; polifenoli, soda o altri detergenti alcalini, che possono essere utilizzati per la pulizia delle superfici, delle macchine, delle tubazioni e delle attrezzature. In taluni processi produttivi può poi essere utilizzato acido citrico. Occorre quindi identificare i prodotti utilizzati e le aree, definire le frequenze e le modalità di effettuazione delle operazioni. Mantenere quindi a portata di mano le schede tossicologiche e seguire le indicazioni d'uso ivi riportate. Ricordare comunque che nessuno dei disinfettanti più comuni (alcol denaturato, amuchina, ammoniaca, candeggina) va usato direttamente per pulire le superfici che andranno a contatto con gli alimenti: occorre prima lavare (detergere) correttamente e risciacquare. Attenzione agli abusi d'uso di ammoniaca (rischio tossicologico) e di candeggina (a contatto con plastica e legno può formare solventi clorurati tossici).
Altro rischio possibile è quello collegato alla movimentazione dei carichi, in fase di lavorazione e di carico/scarico di materia prima e prodotti finiti. In tal senso vanno compiuti un'adeguata valutazione (vedi "Movimentazione carichi") e individuati i provvedimenti adeguati.
spostamento prodotti
Le caratteristiche necessarie per il corretto svolgimento dei processi di trasformazione possono creare condizioni termoigrometriche non favorevoli, che potrebbero creare fastidio agli operatori. Si tratta anche in questo caso di dotarsi di adeguato vestiario, e di regolare i tempi di permanenza in locali con condizioni differenti.
cella frigorifera | lavorazione del latte in contenitori sicuri |
Esistono fattori di rischio specifici connessi con la pulizia giornaliera di attrezzi e apparecchiature, quali le centrifughe, da eseguire secondo le disposizioni indicate nei relativi libretti d'uso e manutenzione.
Sono normalmente presenti impianti con caratteristiche particolari, quali:
Sono di seguito riportate le principali caratteristiche di carattere generale richieste:
scale e passaggi interni | ventola per il ricambio di aria |
trasporto con cisterna | tradizionali bidoni per il latte |
Il conferimento dall'esterno avviene in genere con cisterne refrigerate di grande volumetria, che necessitano di adeguati spazi di manovra e che per lo scarico utilizzano pompe di aspirazione.
I bidoni sono invece più utilizzati per il conferimento e lo svuotamento di piccole quantità (con furgoni/camion) o di trasporto interno (dalla stalla con sistema trattrice-carro). In quest'ultimo caso si evidenzia il problema della corretta movimentazione dei carichi (peso fino a 35 kg), per cui occorre utilizzare un sistema "vuota-bidoni" (posto alla stessa altezza del pianale del camion/del carro) oppure adeguate pompe (es.: quella per lo svuotamento di cisterne).
In caso di movimentazione manuale, l'operazione va svolta da due addetti (contemporaneamente o in rotazione), mantenendo comunque limitato il numero di svuotamenti e conferendo il contenuto dei bidoni in vasche non più alte di 120-130 cm.
contenitori del latte in acciaio inox | pavimento con grata per lo scolo dell'acqua |
L'iniziale operazione di filtrazione sul latte viene effettuata con filtri mobili a setaccio (per chi utilizza bidoni per il trasporto latte alla caldaia di lavorazione), con filtri in linea (nella tubazione) posti antecedentemente alla caldaia di lavorazione/al pastorizzatore, e con pulitrice centrifuga (utile per elevati volumi di latte).
La sostituzione del filtro deve essere effettuata con la frequenza necessaria per evitare accumuli di sporcizia.
I filtri in griglia d'acciaio a trama fine devono essere igienizzati prima di ogni nuovo passaggio del latte.
Per quanto attiene i locali/le aree di deposito latte e lavaggio, occorrono:
ambienti di lavoro con pareti e pavimento lavabili
Il procedimento consiste nel far passare il latte in una centrifuga; è buona norma smontare e pulire la macchina tutte le volte che viene utilizzata.
quadro comandi | fase di movimentazione |
Le fasi di produzione cottura sono particolarmente impegnative nel caso di produzione di formaggi in forme di grandi dimensioni:
Per il carico degli autocarri/dei furgoni, utilizzare carrelli elevatori, oppure sistema meccanici di presa e rilascio della forma, piattaforme elevabili generalmente presenti sul piano di carico degli autocarri.
fase di pulitura manuale | condizione di magazzino da migliorare |
indumenti per la lavorazione del latte | stivali impermeabili ed antiscivolo |
Fatte salve le deroghe per le superfici di contatto e per i requisiti dei locali di maturazione e stagionatura, negli stabilimenti che fabbricano formaggi tradizionali si ritiene sufficiente la presenza di pavimenti lavabili (battuto di cemento), pareti lisce (intonacate) ed adeguata aerazione.
Devono avere i seguenti requisiti:
Eccezionalmente, nel caso in cui l'azienda non abbia dipendenti addetti alla lavorazione e fatto salvo il rispetto dei requisiti descritti nei punti precedenti, possono essere utilizzati i servizi igienici dell'abitazione.
È opportuno disporre di un vano (può anche essere l'antibagno oppure anche un corridoio) ove potersi cambiare d'abito prima e dopo la lavorazione nel caseificio.
Devono essere disponibili doppi armadietti individuali lavabili e disinfettabili, o armadi provvisti di doppio scomparto per il deposito separato degli indumenti personali e di quelli usati per il lavoro.
In analogia con i servizi igienici, nel caso in cui l'azienda non abbia dipendenti addetti alla lavorazione, come spogliatoio può essere utilizzata l'abitazione.
Il prodotto a base di latte può essere venduto direttamente al pubblico sui mercati o in azienda Se si esercita abitualmente la vendita diretta al consumatore è opportuno disporre di un locale, anche di piccole dimensioni, con i seguenti requisiti minimi:
Se finestrato e di altezza non inferiore a m 2,70, il locale di stagionatura o di deposito (purché in possesso dei requisiti sopra descritti) può essere utilizzato anche come locale di vendita.
Anche in questo caso, l'addetto alla vendita deve entrare in possesso dell'attestato richiesto (sostitutivo del libretto sanitario).
I D.P.I. riuniscono la funzione di protezione del personale da agenti di rischio esterni e quella di protezione del prodotto da possibili influenze negative derivanti dalla presenza del personale stesso. Devono essere in dotazione:
Calzatura di sicurezza obbligatoria | Guanti di protezione obbligatoria | Protezione obbligatoria del corpo |
D.Lgs. del 09/04/2008 n. 81 | Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (Tit. III capo I) |
D.Lgs 475/92 | Attuazione della direttiva 89/686/CEE del 21 dicembre 1989, in materia di ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai dispositivi di protezione individuale. |
HACCP (D.Lgs 155/97) | Hazard Analysis and Critical Control Point. |
DPR 162/99 | Norme per l'attuazione delle direttive 95/16/CE e 2006/42/CE (Ascensori e Montacarichi). |
DM 15/09/2005 | Regola tecnica di prevenzione incendi per i vani degli impianti di sollevamento ubicati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi |
D.Lgs. 17/2010 | Attuazione della direttiva 2006/42/CE, relativa alle macchine e che modifica la direttiva 95/16/CE relativa agli ascensori" |
D.Lgs. 93/2000 | Attuazione della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione |
DM 329/2004 | Regolamento recante norme per la messa in servizio ed utilizzazione delle attrezzature a pressione e degli insiemi di cui all'articolo 19 del decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 93 |